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DAVIDE GIOVANNINI, TRA LUME E SCURO

Davide Giovannini è un poeta, autore ed interprete letterario imolese che sta attraversando uno splendido momento artistico, grazie a diversi eventi che lo hanno visto protagonista nell’estate 2024.
Il culmine di questo periodo lo ha vissuto certamente il 23 luglio scorso, nella splendida cornice del giardino del “Cà Nera Home Restaurant”, nella serata intitolata “Tra lume e scuro”, in cui si è esibito recitando le sue migliori poesie. Il tutto con il delicato “supporto” della musica della talentuosa tastierista mordanese Eleonora Gasparri e del flautista Fulvio Carpanelli, con gli interventi del giovane giornalista Jacopo Ronchi. I convinti applausi del folto pubblico sono la fotografia della riuscita di un evento spettacolare  molto interessante.

Traspare l’attesa per una sua nuova raccolta di poesie, dacchè l’ultimo lavoro edito risale a tre anni fa.
L’ultima raccolta pubblicata, nel 2021, “Inestetismi esistenziali” [ed. La Mandragora] è un insieme di oltre cinquanta opere emotive che offrono una lettura profonda di tematiche legate all’uomo, ai rapporti umani e alla natura. Lo stile decisamente personale è la sottotraccia di tante poesie di alto livello come, ad esempio, “Le rondini”, “Sputnik”, “Il volo”, “Conto alla rovescia”, “Lolita” e, soprattutto, “Come i criceti”, un’autentica fotografia simbolica della vita degli uomini al giorno d’oggi.

In trasparenza rispetto alla qualità delle sue opere, emerge un carattere assolutamente sobrio e umile, oltre ad una notevole sensibilità che lo rende particolarmente “ricettivo” di emozioni, brividi e situazioni che poi tramuta in versi, spesso con provocazioni nemmeno troppo velate.
Una storia, quella di Davide Giovannini che è importante sottolineare, perché riguarda una passione che appare “fuori dal mondo” in una società in cui il solo parlare di poesie o, più in generale, di cultura provoca spesso sorrisi di scherno e dileggio. Una passione che nasce da lontano, da quando viveva a Casola Valsenio, territorio che lo ha segnato inevitabilmente e da quando sui banchi di scuola trovò le prime vere ispirazioni letterarie.

Davide Giovannini, questo per te è un periodo ricco di esibizioni e di (conseguenti) soddisfazioni?
“Effettivamente il periodo è stato particolarmente intenso di serate e di spettacoli: il primo evento, dal titolo “NON AMO CHE LE ROSE CHE NON COLSI” al Lume Cafè (rassegna “Riflessi di cultura”), quindi quello intitolato “TRA LUME E SCURO” all’Home Restaurant Cà Nera (rassegna “Di virtù e utopie”). Entrambe le serate sono state organizzate dalla Carlone Magno Productions: dopo oltre un anno di silenzio, è stato bello ritrovare gli amici con i quali condivido le serate pubbliche di lettura poetica ed altrettanto entusiasmante riscontrare la partecipazione di un pubblico sempre numeroso ed attento. Parlo di amici, perché con i miei compagni di viaggio si è instaurato un bellissimo rapporto: mi riferisco in particolare al Maestro Fulvio Carpanelli (che, tra l’altro, due anni fa mi ha onorato suonando al mio matrimonio) e alla bravissima Eleonora Gasparri. Grazie al loro grande talento poi, per me che non sono abituato ad esibirmi in pubblico, risulta tutto più semplice.
Tra le partecipazioni dell’ultimo periodo ricordo con piacere anche l’evento “TIN BOTA”, organizzato dal “Comitato Bella Osservanza”, che mi ha permesso di cimentarmi nella lettura di racconti per la Romagna, ad un anno dall’alluvione.
In questo momento, infine, sempre insieme agli artisti della Carlone Magno Productions, stiamo lavorando a due serate di letture pascoliane dal titolo “E L’ODORE DEL PANE EMPIE LA CASA” che si svolgeranno il 9 e il 13 ottobre prossimi, nella splendida cornice della Tenuta Poggio Pollino”.

I protagonisti dell’evento “Non amo che le rose che non colsi”: da sx, Daniela Dall’Aglio, Eleonora Gasparri, DAVIDE GIOVANNINI, Carlo Dall’Aglio, Fulvio Carpanelli, Roberto Zanzi e Domenico Amorelli

La tua bibliografia ospita ormai parecchie opere e raccolte: sono nate in maniera spontanea o seguono idee di fondo?
“Le mie poesie hanno una genesi esperienziale, scaturiscono da quanto nella vita mi colpisce, mi provoca e per questo le mie raccolte non hanno un tema di fondo specifico, non nascono mai da un’idea programmatica ben precisa.
Le raccolte pubblicate sono: «Notte di vento» (2008), «Senza Rete» (2010), «Dove finisce la fronda e inizia il vento» (2012), «In bilico tra passato e forse» (2017), «Inestetismi esistenziali» (2021)”.

A quale opera sei particolarmente legato?
“Onestamente a nessuna più di altre. Se proprio ne devo citare una, dico che con particolare affetto ricordo “NOTTE DI VENTO”; forse perché è stata la prima ad essere pubblicata e perché all’epoca vivevo sui monti di Casola Valsenio, un luogo al quale sono legato profondamente, fin dall’infanzia”.

Senza pensarci troppo, quali ritieni essere le tue tre poesie più riuiscite?
“Seppur ritenga impossibile e in un certo senso inutile fare delle classifiche di questo genere, ritengo che “Nuvole”, “A luci spente” e “Senza rete” siano le tre che mi regalano ancora le emozioni che mi hanno portato a scriverle. Però, credo anche di dover citare “Notte di Vento”, “Ondata di piena”, “Sveva”, “Neve”, poi mi fermo, perché l’elenco sarebbe lungo”.

La tua è una poetica che ha come base valori ben precisi: quali?
“La risposta dovrebbe essere ampia, ma rischierei di essere prolisso. Ne cito uno solo: credo profondamente nell’universalità della Poesia, intesa come partecipazione e dialogo; per questo rifuggo la poesia militante, prezzolata e frequentatrice di conventicole ideologizzate”.

Come ti avvicinasti al mondo della Poesia? E perché non alla Narrativa?
“Forse, è incredibile a dirsi, ma sui banchi di scuola dell’Istituto Tecnico, che non è esattamente il luogo per eccellenza delle materie umanistiche (ride, ndr). Comunque, anche il bravissimo narratore Cristiano Cavina, ha frequentato lo stesso Istituto e la cosa è curiosa, direi. La Poesia, perchè mi sono reso conto che la mia realizzazione verbale poteva esprimersi solamente attraverso istantanee, emozioni dirompenti, visionarie e non mediante una sequenza narrativa logica, razionale”.

Progetti futuri?
“Forse una nuova raccolta, chissà; dipenderà se alle poesie scritte nell’ultimo periodo sarò in grado di aggiungerne altre, meritevoli (appunto) di una pubblicazione. La poesia è un’amante capricciosa: è lei che decide se frequentarti o meno e, quindi, non permette pianificazioni a tavolino. Per le letture pubbliche, cene pascoliane a parte (9 e 13 ottobre, vedi sopra), spero di riuscire a convincere “qualcuno” ad organizzare una serata su Montale (ride, ndr)”.

Tutte le foto presenti nell’articolo sono di Dante Davalle

Per Imola.it
Carlo Dall’Aglio